venerdì 13 gennaio 2017

CCSVI: SIAMO GIA' NEI LEA?


Come descritto sul sito di salute.gov.it, nella sezione delle domande frequenti, viene descritto il significato dei LEA, ovvero i livelli essenziali di assistenza : “essi sono costituiti dai servizi e dalle prestazioni garantiti dal Servizio sanitario nazionale su tutto il territorio italiano”. Significa che ciò che viene incluso in questo documento deve essere garantito ai cittadini in tutto il territorio nazionale quindi in tutti gli ospedali.

Detto questo, ora arriva il mio dubbio che spero qualche tecnico del mestiere o qualche medico possa chiarire: analizzando il nuovo LEA appena licenziato dal Ministro della Sanità Lorenzin, appare a pagina 15 dell’allegato 7 (“elenco malattie rare esentate dalla partecipazione al costo”) la dicitura RING142 per quanto riguarda le altre “sindromi malformative congenite gravi ed invalidanti dei vasi periferici” oppure anche la RING141 che riguarda invece i grandi vasi con lo stesso significato.Considerato che la Ccsvi, la Insufficienza Venosa Cronica Cerebrospinale, individuata dal Prof Zamboni di Ferrara riguarda malformazioni congenite ai vasi periferici, patologia ufficializzata dalla medicina mondiale durante il congresso mondiale Uip 2009 a Montecarlo, poi dalla Societa’ italiana di angiologia e patologia vascolare (Siapav) nel 2011, ancora nello stesso anno durante l’annual meeting della Società Internazionale per le malattie neurovascolari (Isnvd) e poi durante il congresso mondiale Uip 2013 a Boston dove 2000 delegati di 47 paesi presenti, sulla base delle evidenze scientifiche scaturite dal lavoro dei ricercatori negli ultimi anni hanno raggiunto il consenso sul fatto che la “CCSVI esiste e in molte delle sue presentazioni può essere assimilata a una malformazione tronculare dell'apparato venoso del tutto simile a quelle che si incontrano in altri settori dell'albero vascolare umano….” e accertato quindi che la scienza medica ha definito ampiamente l’esistenza di tale patologia che comprende sicuramente malformazioni congenite dei vasi potremmo domandarci se non fosse già inclusa la Ccsvi nei LEA Nazionali.
Questo comporterebbe l’obbligo per ogni azienda Ospedaliera di predisporre tutto quanto necessario per trattare tale patologia.La mia è forse una interpretazione forzata? Forse, ma chi me la vuole confutare potrebbe argomentare tecnicamente le proprie affermazioni?



lunedì 6 giugno 2016

VINCERE LA SFIDA

Pazzesco, adesso siamo estremamente felici perchè la Sclerosi Multipla "si è trasformata in una patologia cronica"¹. Complimenti. La spassosità aumenta poi quando veniamo a sapere che la stessa malattia sarebbe una "sfida in parte vinta". Quindi sappiatelo, voi che siete dietro allo schermo del pc, magari costretti ad esserlo per troppo tempo grazie alla SM, magari non autosufficienti grazie a questa malattia "in parte vinta", magari abbandonati dai vostri cari grazie ad essa. Che parte vi sentite di aver vinto? In questo assordante caos di notizie profondamente scientifiche non leggo ancora le stracciate di vesti di coloro che si sono scandalizzati quando Nicoletta Mantovani raccontava di sentirsi guarita: i lunghi articoli, i post infuocati! Ma sappiamo, la disciplina della coerenza abita veramente in pochi luoghi. Vai avanti così Dott. Comi, lo spettacolo di una gloriosa carriera non si fermerà nemmeno davanti ai convegni dei produttori equivalenti (Teva); in fondo, voi pazienti di SM siete come i risotti, potete benissimo reggere i famosi e gustosissimi "ripassi" sulla tavola riccamente imbandita della neurologia.
Cin cin!
Paolo Destro

Dott. Giancarlo Comi

mercoledì 18 maggio 2016

A VOLTE RITORNANO

Bello spettacolo al BEMS¹, evento sulla SM organizzato dalla azienda farmaceutica TEVA. Un quadretto dove rivediamo vecchi personaggi, un tempo capi supremi della neurologia Italiana, oggi fedeli consulenti di parte finalmente allo scoperto con la loro vera professione, oppure animosi esponenti di antiche associazioni pro Ccsvi oggi apparentemente prestati alla causa del vecchio “nemico”: basta vederli nel video² seguire con concentrata attenzione i lavori del convegno in prima fila o vederli parlare di curabilità e tranquilla convivenza con la nostra malattia neurologica. Mah…..potrei dire “avevamo ragione”? Non lo so. Certo è che vedendo questi “zombie” parlare e camminare, un dubbio molto forte mi viene. Perché sostenere una idea non vuol dire supportarla fino a quando ci fa comodo e poi, senza nemmeno aspettare la risposta della scienza, metterla in pensione; perché il sostenere una idea non significa solo aderire ad essa ma anche contrastare  coloro che vogliono distruggere questa idea e anche solo l’apparire accomunati ad essi, è per me inconcepibile, come lo è non dimostrare con i fatti ciò che si dice o si scrive: per questo il sottoscritto si è recentemente dimesso da vicepresidente di una nota Fondazione assieme a Romina Finesso. Io credo che la propria coerenza intellettuale vada dimostrata sul campo, e su questo mi sento a posto.  Al BEMS c’erano i finanziatori e i finanziati di un sistema che conosciamo bene; e tale sistema io lo contrasto fin dal primo momento in cui sono sceso in campo in questa questione. Guardate il video² e fatevi una vostra opinione. Ma attenti, giratevi e guardatevi attorno, a volte ritornano.

Paolo Destro                
                  
            
NOTE

¹ BEMS (Best Evidences in Multiple Sclerosis), vedi: http://www.tevaitalia.it/media/1052/2014_04_10-bems-lotta-alla-sclerosi-multipla.pdf


mercoledì 27 aprile 2016

COMUNICATO

Annuncio che io e Romina Finesso oggi abbiamo rassegnato le nostre dimissioni alla Fondazione SMuovilavita rispettivamente dalla carica di vicepresidente e di consigliera del CDA. Le nostre strade si separano per insanabili divergenze che qui ritengo inutile sottolineare. Ci tengo a precisare che io e Romina siamo da sempre sostenitori dell’attività di studio e di ricerca che stanno portando avanti il Prof Zamboni, il Dott Salvi e tutto il loro staff e riteniamo di continuare ad esserlo come prima e ancor più di prima a partire dalla nostra entusiastica adesione e sostegno al convegno di Cortina a cui parteciperemo in veste di redattori responsabili di Scleroweb, accanto ovviamente a Mario Fantasia. Col nostro canale web contiamo di essere ancora più presenti e vicini a tutti i nostri amici e a tutti coloro che credono in noi. Ringrazio la Fondazione SMuovilavita per il lavoro svolto fin d’ora e per i notevoli risultati raggiunti assieme e ci auguriamo di cuore che possa continuare proficuamente la sua attività e conseguire gli obiettivi che il nuovo consiglio di amministrazione si porrà.

Paolo Destro

domenica 3 aprile 2016

GRAZIE, NICOLETTA

Grazie Nicoletta. Si, perché è da tempo che non sento nessuno parlare con tale chiarezza e decisione. Molti si staranno scandalizzando perché si parla di “guarigione” come se tale termine fosse solo ad esclusivo uso di Gesù Cristo alle prese con i malati che gli si avvicinavano. E invece no, potremo dar licenza di usare tal termine ad una signora che da anni non si sente più la malattia addosso? Che non ha più alcun sintomo tra quelli che l’affliggevano quotidianamente? Cos’è la guarigione? Può essere solo la lettura di un referto medico in cui viene scritto “guarito” o anche semplicemente, naturalmente, il sentirsi in una determinata nuova condizione? Nicoletta dice “per ora”, usa tale locuzione diverse volte, riesce a guardare avanti sapendo che lo stare bene è una guarigione, del corpo ma soprattutto dell’anima. Molti di noi, quelli che hanno sostenuto a spada tratta la Ccsvi di Zamboni fin dalla prima ora, che sono venuti armi e bagagli alla presentazione dello studio vergogna “Cosmo” di Aism per contestare le statue dorate della Nomenclatura neurologica, ebbene molti di noi mi sembra si siano persi; non siamo più capaci di esultare perché non c’è stato il goal, l’ace, il canestro, addirittura avendo ben più timore e ritrosia a pronunciare il termine di “guarigione” degli adepti aismini della prima e dell’ultima ora dediti invece a dirci in brave parole come si sta così bene con la malattia, che dobbiamo serenamente conviverci perché tanto, si sa, si deve sapere, non ci lascerà mai. E invece qualcuno non ce l’ha più o per lo meno, non ne ha più le manifestazioni cliniche. Molti di voi pensate queste cose, ne sono certo, ma non avete più coraggio per dirlo, per urlarlo. Quindi grazie a te oggi, Nicoletta Mantovani, perché ci ridai la voglia di riaccendere quel fuoco che avevamo dimenticato. Grazie per tornare a dirci di pensare e parlare col cuore della verità, la nostra verità. Poi arriverà quella della scienza, quella di Paolo Zamboni.

Paolo Destro








mercoledì 9 marzo 2016

QUANTO SCHIAVI SIAMO?

Guardando alcuni video che mostrano tonnellate di prodotti agricoli Italiani distrutti per curiose regole Comunitarie, ascoltando testimonianze di intere famiglie soggiogate dal ricatto economico del lavoro sottopagato e dello strozzinaggio bancario, mi viene da scrivere qualche fantasia, forse un vaneggiamento il mio, non corretto e non augurabile sicuramente per molti di voi. Ma lo scrivo ugualmente, per me, e per chi vorrà sostare qui per qualche minuto a leggerlo.

Non sarebbe forse meglio tornare alle città stato? Erano veramente schiavi di qualcuno allora come sicuramente lo siamo oggi? Non lo so, io non credo fosse sempre così; certamente tutti avevano una funzione, tutti avevano qualcosa da fare di utile per gli altri e per se stessi, le distanze erano umane, si usavano i cavalli, non dovevi percorrere milleseicento chilometri in un giorno; un lungo viaggio era veramente e giustamente lungo, umano, con le sue pause, volti che lasciavi, li ritrovavi dopo giorni. I prodotti del suolo erano quelli che mangiavi, gli animali allevati anche; la vita scorreva a misura d'uomo, il tempo passava placido col suo cadenzare naturale delle stagioni; la casa dove abitavi era veramente tua e coloro che raccoglievano denari per conto di altri erano seriamente accorti a non perderli, li si conosceva per nome e per volto, dacché le leggi c'erano ed erano severe per chi sgarrava. Di sera, scaldati da un fuoco ardente, ci si trovava con la famiglia a parlare della giornata trascorsa e non c'era nessun telegiornale menzognero che distoglieva l'attenzione delle persone dalle cose importanti della vita; la mattina ci si destava all'alba , gli animali da cortile attenti ne disegnavano l'ora col suono della loro voce, una colazione di sicuro succulenta preludiava ad una uscita di casa per dirigersi al proprio lavoro. E la vita camminava assieme a te senza farsi sentire. Spesso la fede era potente e senza dubbi, e questo faceva bene, confessiamolo, dava quel senso di sicurezza e ineluttabilità che cancellava paure immotivate. Certo, non sempre era così ma nemmeno oggi tutto è così perfetto come vogliamo credere che sia. Chissà, saranno davvero così stolte le mie parole? Sarà così impossibile tornare a qualcosa di più umano oggi? O siamo veramente a tal punto schiavi di alcuni da non poterlo nemmeno riconoscere?


Paolo Destro



martedì 1 marzo 2016

UN POSTO DAVVERO STRAORDINARIO

“C’è un posto dove accadono cose straordinarie….” Così inizia il video promo di Aism che pubblicizza la sua raccolta fondi con le gardenie.  Ma potremmo meglio dire “c’è un posto dove accadono ALCUNE cose straordinarie….”. Si, perché ne possono succedere solo alcune e ben definite; succede che se parli di tutto, a 360 gradi come noi di Scleroweb, vieni escluso: nel nostro canale parliamo di tutto e con tutti, abbiamo trattato a fondo di Ccsvi ma abbiamo anche fatto parlare liberamente la Presidente Aism Amadeo, abbiamo fatto uno speciale su vitamina D e sulla Cannabis ma abbiamo anche parlato con Antonella Ferrari, la testimonial di Aism; parliamo con il neurologo Fabrizio Salvi ma abbiamo collaborato felicemente anche con il Dott Massimiliano Calabrese, certamente non un partigiano della Ccsvi. E che accade? Accade che quando vogliamo pubblicizzare un nostro pranzo dove tutti i pazienti possano ritrovarsi in allegra compagnia, ci impediscono di affiggere il nostro piccolo manifesto informativo nella loro sede Aism a Villaguattera a Padova. Perché? Da fastidio chi parla con tutti e di tutto? Fanno paura certe verità? È questo il posto dove speriamo accadano cose straordinarie? Quando deciderete di dare un sostegno economico a favore dei malati di Sclerosi Multipla, vi prego, pensate bene a chi darlo e guardatevi attorno a voi. Perché di cose straordinarie ne abbiamo davvero bisogno, ma se sono dirette dall’alto, saranno sempre molto straordinarie per chi le fa ma assai deludenti per chi le riceve.


Paolo Destro 



domenica 28 febbraio 2016

GRAZIE PAOLO, E BASTA

Non posso dire chi è. Non è giusto per la sua riservatezza, per lasciarla tranquilla, ma non me ne frega nulla: lo dico lo stesso. Lei ora sta visibilmente meglio, sembra rinata! Dico grazie a Paolo, grazie per la tua intuizione, grazie a Dio per averti messo in testa che certe cose dovevi andare a vederle; perché oggi ho visto negli occhi e nel cuore di una amica cos'è la tua intuizione tradotta in pratica. E' felicità, è speranza, è consapevolezza che qualcosa finalmente si può fare; è, infine, ritrovato amore per la vita; può essere un piccolo o un grande passo, dipende dalla persona che lo compie: quando vedi due occhi che sorridono e ti dicono che qualcosa di grande è avvenuto, tutto basta, non occorre altro. Allora prendi forza e capisci che la strada è quella giusta, caspita, che bisogna stringere i denti, che non bisogna mollare nonostante tutto. Nonostante tutti. Capisci anche quanto sia vasto il marcio viscidume che riempie i turpi oppositori, anche se spesso ne hanno vergogna cancellando le sconce parole che sporcano la loro pagina sul web; capisci che sono già sconfitti: la storia, la scienza li seppellirà. Ma ora sono felice per la nostra amica, che tu possa conservare la tua condizione di oggi, questo è il mio augurio. Non posso dire chi è, no, non ve lo dico, ma vi assicuro che esiste. E non me ne frega nulla delle vostre opinioni questa volta. Grazie Paolo, e basta.

Paolo Destro


mercoledì 17 febbraio 2016

NEUROMED, UN NUOVO STUDIO CHE NON CONVINCE

In questo nuovo studio¹ dell’I.R.C.C.S. Neuromed, svolto in collaborazione con l’Università Tor Vergata, l’Università Politecnica delle Marche e l’I.R.C.C.S. Fondazione Santa Lucia, il tutto coordinato dal Prof. Diego Centoze, i ricercatori si sono concentrati sul metabolismo energetico, misurato attraverso la concentrazione di lattato (lo ione dell’acido lattico) nel liquido cerebrospinale nei malati di SM. I livelli di lattato sarebbero correlati al livello di malattia. Questa alterazione nel metabolismo energetico, dice Centoze, porterebbe alla morte cellulare, contribuendo in modo significativo alla gravità della patologia.

Addirittura? Saremmo quindi davanti alla soluzione dell'enigma Sclerosi Multipla? Ahimè, secondo me ancora no, siamo piuttosto ancora una volta già dopo al problema SM: i topi sono già scappati.

Le domande sono sempre le stesse: che cosa scatena la reazione immunitaria che poi crea la cascata di eventi inclusi quelli descritti in questo studio? Qui non viene affrontato questo aspetto, si va sempre a guardare ai fatti successivi.
Ancora: Centoze e i suoi non spiegano perché c'è correlazione tra lattato nel liquor e grado di severità della Sclerosi Multipla; non è che forse un alterato scarico dal cervello, che sappiamo influire anche sul liquor ² e addirittura sull’eliminazione delle scorie attraverso le vie linfatiche e venose che terminano in giugulare³ , sia padre di questo evento descritto dai ricercatori del Neuromed? E quindi perché dobbiamo sempre cercare di tamponare ciò che è seguente e non finalmente trovare il modo per evitare a monte che succeda questo nel liquor, magari ripristinando un corretto deflusso del sangue dal cervello verso il cuore? In sostanza perché dobbiamo rimediare al danno e non cercare di prevenirlo?

Forse per produrre altri farmaci che migliorano ma non curano?

Paolo Destro 

NOTE






mercoledì 10 febbraio 2016

CESMUV: SCRIPTA VOLANT??

Nel secolo di Internet, non sempre è valido il detto latino “scripta manent”: spesso scompaiono. Ma se c’è qualche buontempone che ha il pallino dell’informatica (e siamo in tanti, credeteci, in tanti), le parole scritte tornano ad una seconda e permanente vita. Questo bisogna saperlo per evitare brutte figure. Ecco che oggi il CeSMuV, Centro Regionale Specializzato per la Sclerosi Multipla del Veneto, cancella un post pubblico, visibile e fruibile da tutti che aveva pubblicato qualche giorno fa. Come mai? Sono pentiti di quello che scrivono? Da pazienti che frequentano il centro vorremmo saperlo, in modo sereno e costruttivo. Ma desideriamo saperlo qui. Si, perché si può anche parlare e confrontarsi dal vivo come chiede di fare Cesmuv, mai avuto problemi, ma nella realtà della dialettica noi non siamo medici e non riusciremmo a mantenere una discussione a pari livello in tempo reale senza documentarci con dottori molto informati. Invece le parole scritte rimangono. A volte no però, come è accaduto questa volta. Il post cancellato decretava senza mezzi termini la morte della Ccsvi nella Sm prendendo come ulteriore esempio i risultati di uno studio che deve ancora essere pubblicato. Addirittura oggi ci consigliano di “di documentarsi, in modo approfondito e completo. Consigliamo di leggere la più recente, completa e dettagliata analisi della letteratura sull'argomento…” Eccola, secondo loro:

lo studio Premise, svolto in due fasi, ha ottenuto risultati positivi sul primo gruppo di pazienti trattati in aperto, e negativi sul secondo gruppo che era in doppio cieco. Lo sbandieramento di questi risultati negativi nel secondo gruppo era già stato fatto notare in senso critico da Ashton Embry, Presidente di Direct MS (ente di beneficenza che ha raccolto fondi per sostenere la ricerca di Buffalo sulla CCSVI) il quale ricordava che la fase 2 dello studio Premise è stata un fallimento, perché a coloro che sono stati sottoposti all'angioplastica non è stata corretta la Ccsvi, e quindi senza una emodinamica corretta non si possono confrontare risultati tra angioplastiche reali e simulate. I neurologi DN Bourdette e JA Cohen approfondiscono soltanto la seconda fase e decretano la morte della Ccsvi nella SM. Ma questo, nel post di Cesmuv non viene detto. Come mai?

Per quanto riguarda lo studio di Traboulsee te al, Lancet, 2014 tanto pubblicizzato per aver affossato la Ccsvi, i risultati sono quantomeno dubbi: lo stesso Prof. Zamboni scrive una lettera, ignorata da The Lancet per 11 mesi, in cui spiega che lo studio canadese ha dei limiti metodologici che non permettono di distinguere tra soggetti normali e soggetti con sclerosi multipla perché per valutare le persone hanno usato un criterio mai pubblicato, in alternativa alla classica misurazione del diametro nel segmento immediatamente precedente il punto più stretto. Hanno misurato la stenosi su tutta la lunghezza della vena giugulare interna, confrontando il diametro massimo con il punto più stretto. È stato dimostrato, dai risultati anatomici sui normali, scrive Zamboni, come il diametro del bulbo giugulare supera normalmente il 50% del diametro minimo della vena giugulare interna, dimostrando chiaramente il motivo per cui i ricercatori canadesi non hanno trovato differenze significative tra le persone con sclerosi multipla, i loro fratelli e i controlli sani non imparentati. Che validità scientifica potrà quindi avere questo studio? Come mai non lo dite nel vostro post?

Lo studio Rodger et al, PLoSOne 2013 che citate, trova 1 paziente su 100 positivo alla Ccsvi; caspita. Ma non si dice che non viene utilizzato il protocollo ECD messo a punto da sette (7!) società scientifiche internazionali nel 2011, che “si rileva l’assenza di qualsiasi analisi in M-mode per indagare il criterio # 3, il modello ECD in M-mode è indispensabile per individuare gli ostacoli endoluminali e le valvole mobili e fisse, che rappresentano la maggioranza delle anomalie venose della CCSVI (rif Nota di P.Zamboni a Plos One). Ci fidiamo totalmente di questo studio?

Ma soprattutto, per finire, come ha già scritto Rasman ieri, sull’associazione tra CCSVI e SM, esistono tre meta-analisi che tengono in considerazione in modo molto interessante tutti gli studi epidemiologici comparabili fra loro condotti nel mondo (Laupacis, Cmaj 2011; Tsivgoulis Ther Adv Neur Dis 2013; Brittany Vasc Endovasc Surg 2013). In breve, solo 6 su 19 studi negano tale associazione. Tutte le tre meta-analisi dimostrano una significativa prevalenza di Ccsvi nella SM.
Questi sono fatti scientifici che non abbiamo bisogno di cancellare, questo è documentarsi in modo approfondito e completo. Quello che fa specie è che un profilo internet in un sito pubblico, intestato ad un ente pubblico, al Centro Regionale Specializzato per la Sclerosi Multipla del Veneto, non abbia il coraggio di sostenere pubblicamente ciò che scrive. Come mai? Come mai “scripta volant”?


Paolo Destro

il post pubblico scritto e poi cancellato da Cesmuv

il nuovo post inserito al posto di quello cancellato

lunedì 8 febbraio 2016

UN TRALICCIO DI DOLCE CILIEGIO

Passando in rassegna momenti di vita vissuta, quadri statici ma assai vivi, i colori intensi, radiosi e a volte scuri, bui; ti scopri piano piano rivivere episodi intimi a volte nascosti ma intensamente vissuti. Questo può portare una tranquilla serata invernale? ti chiedi allora che sarà del tuo futuro, quale potrà essere la strada che percorrerai, dove ti potrà portare? ancora una volta dopo tanti anni, ti accorgi di non conoscere il tragitto che stai facendo, come una barca rovinata, rappezzata ma sempre a galla tra le onde impetuose, ti vedi resistere ancora una volta ed appenderti all'ultimo lembo di vela per procedere; ti chiedi se ce la farai, se affonderai infine, oppure se approderai in calde e tranquille acque....stavolta però hai qualcuno con te, allora prendi il timone e tienilo ben saldo, sai la direzione qual'è, non scherzare e procedi, qualunque cosa accadesse. Ma non so se ce la farò. Stiamo a vedere, mi appoggio ad un traliccio di dolce ciliegio e aspetto, per vedere, per sentire, e allora può capitare di addormentarsi ed è dolce sprofondare in questo oblio........

Paolo Destro

giovedì 21 gennaio 2016

A TE, MALATO DI SCLEROSI MULTIPLA

Quando il finto voler bene si avvicina al più sordido egoismo? Sempre, se parliamo di sclerosi multipla; sempre, quando ti accorgi che le persone ti scrutano per scorgere la malattia e la cercano in te per averne terrore, come se fosse un bieco divertimento sadomasochista, anche perchè poi li vedi rincasare sicuri nel loro tiepido tepore di rassicurante normalità; sempre, quando sono tra le persone più vicine, i cosiddetti consanguinei che sto imparando a riconoscere più come tocchi crudi di carne macilenta che non esseri viventi senzienti. E allora ti accorgi che è meglio mentire, meglio dire che non hai nulla e poco importa se prima conoscevano il contrario: l'ignoranza è tale che puoi raccontare come una sola pastiglia di aspirina ti abbia miracolosamente liberato da tale morbo, oppure in certi casi, fare intervenire la Madonna di Lourdes con tutta la sua grotta forse è anche più efficace. Ti accorgerai allora, o malato di sm, che la tua vita sarà più leggera, gli incontri più soavi e i sorrisi più schietti, sarai riammesso nella società di chi non fa star male, sarai invitato al banchetto di chi non ha problemi; certo, ti mancherà a volte il sorrisetto pietoso, la telefonatina dietro le spalle di commiserazione, lo sguardo buonista caritatevole che tante volte ti ha accompagnato. Pazienza; forse ti ammalerai ancora, non temere.

Paolo Destro

giovedì 7 gennaio 2016

MAI INDIETRO DI UN PASSO!

Riguardo alla Ccsvi scoperta dal Prof Paolo Zamboni e della sua correlazione con la Sclerosi Multipla, il Dott. Mancardi di recente ha detto "su questa questione non c'è più nulla da aggiungere". Di conseguenza per lui non vi sono più ragioni per condurre ulteriori sperimentazioni cliniche per valutare gli effetti di procedure di angioplastica in pazienti affetti da sclerosi multipla. Ricordiamoci bene di queste parole e ricordiamoci chi le ha pronunciate. Ricordiamoci che tonnellate di interessi economici che lor signori hanno alle spalle! Gli presenteremo il conto alla fine. Ma oggi non vado oltre nel ragionamento "scientifico" che lascio ad altri ma, mi domando, un mondo libero come sarà un giorno? Ci sarà un'alba in cui non vedremo più lente condanne ad un perpetuo star peggio in nome del dio denaro? In cui un giovane malato non sarà più visto come colui che deve crogiolarsi nel caldo tepore di una rassicurante ed eterna malattia? Come la vedremo, se la vedremo? Questa sera mi sovvengono innumerevoli racconti ed esperienze di persone, non freddi numeri, che in questi ultimi anni ci hanno raccontato la loro storia: ricordi che l'oblio non può cancellare, memorie che hanno in se virtù di non morire, diritto d'immortalità. E, nonostante tutto, nonostante le frustrazioni che abbiamo per ciò che potrebbe già essere e non è, dobbiamo capire cosa è meglio fare. Non dobbiamo cadere nell'errore di mollare la presa; adesso no. Non è il momento. Ora ci dobbiamo alzare silenti ma compatti contro i nemici di sempre per dire a loro che noi ci siamo, e non arretriamo di un passo. Facciamoglielo sentire con i fatti, con le giuste parole che non sono insulti ma diffusione della conoscenza che loro vogliono soffocare. 
Ricordatevi, "Colui che è innovatore deve essere consapevole che avrà tra i suoi nemici ed oppositori tutti quelli che stanno molto bene sotto il tetto dell'ordine esistente delle cose" (Macchiavellli).

di Paolo Destro

mercoledì 6 gennaio 2016

PENSIERO

Camminare su un lembo di roccia, a piedi nudi, sapere che sotto non c'è nulla, e che puoi cadere e l'oblio non basterà, perchè il vuoto parla e dice cose che non vuoi sentire. Allora nemmeno bruciarsi gli occhi e maciullarsi i timpani servirà, perchè il silenzio consolatore ti avrà ormai voltato le spalle.

P.Destro

mercoledì 16 dicembre 2015

GRAZIE PAPA'


Una nuvola rosa, un tepore dolce dolce, mi riporta al ricordo di quando ero un piccolo bimbo che mano con mano, col papà, andava in Chiesa, la ricerca dei posti, lo sguardo che indagava le giganti figure sul soffitto, sempre troppo colorate, troppo grasse e belle per ispirare la realtà, ma la pazienza di un bimbo non durava il tempo di una messa se non per l'attesa di un consueto rituale, costante e prezioso, alla fine, con l'ingresso in pasticceria, il profumo fresco dei dolci più golosi, la moltitudine, allora, di gente in attesa e di quella che pagava, il papà che ti faceva scegliere le paste, non tutte, perchè alcune se le riservava per proprio gusto, allora ti dispiacevi ma in fondo al cuore eri felice perchè qualsiasi pasta, in fondo, andava bene se eri attaccato a quella forte mano; poi si usciva, e ti sentivi felice perchè la celebrazione era finita e il pranzo in famiglia si avvicinava. Sembravano tutti felici agli occhi di un bimbo, forse lo erano, forse oggi si è sempre tesi ma un tempo mi piace pensare che non fosse così. Poi sopravveniva l'eccitazione, ricordo il contare le mezzore, i minuti, perchè poi si andava al cinema e non si pensava ad altro che alla pellicola che si sarebbe andati a vedere; non c'erano preoccupazioni, non c'erano ansie. Sembra un secolo fa ma il tempo è passato in un lampo. 
Grazie papà, grazie per quello che eri e che hai fatto, non te l'ho mai detto, non ho fatto in tempo, ma quelle domeniche ero felice, si, lo ero. Profondamente. E questo lo porterò per sempre nel mio cuore.


Paolo Destro

giovedì 12 novembre 2015

IL GRANDE PIANISTA

Solo. Sei solo. In una buia sala. Ma molti ti guardano e aspettano. Nemmeno un fiato senti, ma una attenzione spasmodica. Devi iniziare e trasportare tutti in un altra dimensione. Il momento del silenzio c'è e passa a lungo attraverso le tue mani e la tua mente. La nascita di qualcosa di grande deve avvenire adesso o mai più. L'inizio sta per accadere e tutto si concentra, spazio, tempo, mente, muscoli. Adesso, iniziamo. Chiudi le mani e aspetti ancora un istante per raccogliere ciò che ancora sta girando attorno al tuo piccolo grande spazio. Le luci sono forti sopra di te, il caldo anche. Centinaia di menti stanno pensando a ciò che devi iniziare, alla speranza di vivere, grazie a te, qualcosa di diverso dalla loro miserabile vita. Allora ne hai la convinzione, apri gli occhi e visualizzi la bianca tastiera. Assapori il dolce profumo dello strumento. Le idee tornano chiare e limpide. Posi le mani e il primo accordo inizia. E il grande pianoforte, ancora una volta, inizia a cantare. Ancora una volta. E il concerto inizia. Buon ascolto.

P.Destro


venerdì 23 ottobre 2015

UNA SPERANZA

Si, ci sto. Quello che serve non manca. Un pochino non mi dispiacerebbe intrattenermi ancora qui con voi; qualcosa di bello c’era, qualcosa ci sarebbe ancora stato. Non so cosa, ma certamente un sorriso si sarebbe colto tra la moltitudine di labbra serrate, un debole occhio flesso nella dolcezza avrebbe trovato casa tra tutti gli sguardi spenti dell’universo. Anche solo il risveglio nella rugiada di un lontano sole fresco, quello di un tempo, quello sincero quando lo smog dei cattivi pensieri non c’era ancora si sarebbe trovato da qualche parte, certo. Ma forse non c’è più tempo, non esiste un posto dove poter ancora attendere, la luce sta spegnendosi. Lentamente in brevissimo tempo, un tempo che forse falca d’un balzo tutta l’esistenza di una anima che ha fatto il suo lungo e difficile percorso qui tra noi. Ora ripensi e rivivi tutto. Un’istante che è una eternità. Allora rivivi le antiche felicità, le vetuste soddisfazioni della fresca giovinezza e le riassapori, le gusti ancora una volta. Piano piano capisci che questo tepore di vita inizia a scuoterti l’animo sempre di più e forse pensi che la storia non è ancora finita, perché deve esserlo? Perché si deve finire qui, ora? Qualcosa puoi ancora dire di interessante in questo universo. Il sole si alza e il suo tepore sposta la monotonia del fresco mattino nebbioso. I sensi si fanno strada e la voglia di vento, sole ed aria nuova si fa ancora una volta spazio sul buio della fine. Allora anche se non puoi, ti rialzi piano piano e credi di voler camminare ancora una volta, pensi che devi farcela, pensi di voler stare qui ancora per vedere se ce la farai a percorrere la strada della vita. Così la storia continua, deve continuare. Eccome. Anima unica guarda il creato come una tua creatura, guarda il mondo come se fossi il creatore, guarda il futuro come se fossi tu ad esserlo. Solo così ti salverai. Allora ho deciso di stare ancora qui con voi. Qualcosa di bello c’è. Qualcosa ci sarà ancora. Non so cosa. Lo scoprirò. Si, ci sto.

di P.Destro

mercoledì 7 ottobre 2015

LA MIA VITA CON LA SM E LA CCSVI: ROMINA FINESSO

No, non è solo una favola come qualcuno ha detto. Quindici anni di sclerosi multipla non sono un percorso facile, devi conoscere la malattia, la devi vivere e poi la devi accettare; è la paura del domani, che dico, dei prossimi minuti di vita che potrebbero farti franare, che rendono la vita pesante, il futuro che non puoi vedere, che non vuoi vedere per paura di scorgere qualcosa che ti terrorizza. Ma poi devi accettarla e capire che fa parte di te, della tua e vita e di quella della famiglia. Poi arriva una nuova speranza che per molti si tramuta in realtà già oggi, per altri meno e allora vai avanti con più forza ma la strada ancora da percorrere è tanta. E tutto questo lo si può fare indenni se si ha una grande forza d'animo, se si è grandi persone e questo racchiude tutto ciò che è Romina, una donna che ti insegna a gioire quando è triste, che ti sorregge quando zoppica, che ti aiuta quando sta affondando, che ti sorride quando ha le lacrime dentro di se, che ti da tutto quando non ha più nulla nemmeno per se.

Paolo Destro


LA MIA VITA CON LA SM E LA CCSVI


mercoledì 30 settembre 2015

DOTT PAGANI, UN MEDICO LIBERO SI ESPRIME

Il Dott Pagani attraverso le pagine di Mediterranews parla chiaramente; lo ascoltino i medici amici delle multinazionali del farmaco e coloro che erano nati appositamente per supportare questa scoperta mentre oggi hanno tradito se stessi e i pazienti, e qui mi riferisco all'associazione Matteo Scibilia per la SM: dovrebbero vergognarsi amaramente di quello che stanno facendo!

Dott.Pagani dice : "(Il Dott.Ghezzi)......esordisce dichiarando che” non esistono pubblicazioni scientifiche che colleghino la SM a un problema venoso cerebro spinale”, come se tutto il lavoro fatto, nazionale ed internazionale sulla CCSVI, fosse fantascienza : ricordo al collega e lo invito ad andare a leggere pubblicazioni che indicavano già più di due secoli fa una connessione fra turbe del sistema venoso cerebro spinale e la SM (Rindfleish 1863, Charcot 1867-1884, Putnam 1930, Dow e Berglund 1942, Zimmermann e Netsky 1950 e Fog 1960, Schelling 1980) tralasciando la miriade di lavori pubblicati negli anni 2000 fino a tutt’oggi, mentre non conosciamo assolutamente una sola pubblicazione scientifica che validi a tutt’oggi l’idea, mai provata, che la SM sia una malattia infiammatoria cronica su base autoimmunitaria : questi non sono pareri personali ma verità incontrovertibili.

Cita poi l’espressione “esponendo i pazienti a questi trattamenti (Angioplastica o PTA), senza nessuna base scientifica” : ricordo al collega che la PTA o Angioplastica è una terapia nel campo delle malattie vascolari ormai consolidata ed esercitata da più di 30 anni con successo e con tanti benefici e pochi rischi, come da numerosi lavori già pubblicati, anche nel campo delle malattie venose.

E ancora “..il tam tam che questa terapia era risolutiva con poteri consistenti di guarigione…” : il Prof. Zamboni non ha mai sostenuto fin dall’inizio e per tutto il seguito fino ad oggi che la correzione della CCSVI (Insufficienza Venosa Cronica Cerebro Spinale) fosse risolutiva per la guarigione della SM, pertanto l’affermazione ironica del collega risulta essere un pò aleatoria e superficiale:peraltro bisogna segnalare che il follow up, ossia i risultati scientifici a ragionevole distanza di tempo,di molti pazienti SM con CCSVI che sono stati sottoposti a trattamenti correttivi (PTA, resezioni muscolari, chirurgia diretta) per migliorare il deflusso venoso cerebro spinale hanno mostrato che le vene patologiche corrette, se rimangono pervie e ben funzionali nel tempo, apportano un chiaro miglioramento della qualità di vita dei pazienti e la conferma, nei successivi e periodici controlli RMN, della non progressione delle placche encefaliche e del midollo spinale.

Quindi che importanza vogliamo dare “allo studio dei 500 casi raccolti dai Neurologi e pubblicato”, sulle macerie di tante angioplastiche che non hanno avuto successo, magari perchè non indicate in quei casi come terapia, magari perchè impallonate troppo e male, magari perchè c’era un muscoletto a comprimere la vena e non altro, magari ecc ecc : consideriamo invece più della metà dei casi di Angioplastiche che hanno avuto successo, con pervietà della vena mantenuta a distanza di tempo,che hanno prodotto risultati strepitosi e convalidati nel follow up. Sono questi i casi su cui i colleghi Neurologi dovrebbero riflettere e ragionare sulla connessione della CCSVI con la SM, se solo un pò volessero collaborare.

E ancora a proposito “degli eventi avversi,citati dal collega nella sua intervista,a proposito dei casi da loro raccolti di operati di PTA“, lo invito ancora a leggere i tanti lavori pubblicati sulle PTA venose,che hanno ben codificato i possibili eventi negativi locali e generali, con buona pace che in ultima analisi l’Angioplastica, se fatta correttamente, è un trattamento a bassissimo rischio."

Leggete tutto l'articolo su Mediterranews.

GRAZIE DOTT PAGANI, QUESTO SIGNIFICA PARLARE SENZA PAURA E CON LA MENTE LIBERA. 

Paolo Destro 

venerdì 18 settembre 2015

A GRANDI PASSI VERSO LA VIA VENOSA DELLA SM


Studi molto importanti in questi giorni. Ne abbiamo sentito parlare e ne abbiamo letto. Poi esce anche un articolo del Prof Zamboni su Veins and Lynphatic di cui riporto la traduzione in Italiano. Penso sia un altro grosso balzo in avanti sulla strada venosa delle malattie neurodegenerative fino ad oggi considerate autoimmuni. Indietro non si torna più a mio parere. Vedremo cosa ci diranno i medici che interverranno a Cortina il prossimo fine settimana. Noi di Scleroweb ci saremo. Ecco l'articolo.

"La scoperta del sistema linfatico del cervello

Nell'ultimo numero di Nature Antoine Louveau e un gruppo di ricercatori dell'University of Virginia ( Stati Uniti ), hanno pubblicato un articolo con scoperte fortemente innovative riguardante il sistema linfatica, con una descrizione del sistema linfatico del cervello.
Pochi giorni dopo un gruppo dell’University of Helsinki ( Finlandia ) ha confermato con altri esperimenti l'esistenza di una rete linfatica cerebrale connessa con i linfonodi cervicali.
Nonostante l’estesa popolarità di questo articolo, esso non rappresenta una scoperta rivoluzionaria, ma piuttosto una descrizione sistematica aggiornata delle connessioni e delle funzioni del sistema linfatico in questo particolare distretto anatomico.
Esiste da più di un secolo una letteratura dimenticata sugli spazi perivascolari di Virchow-Robin di Durand Fardel, recentemente trasformati in sistema glinfatico. 
Un recente studio, coordinato da ricercatori dell’University of Rochester ( Stati Uniti ) aveva superato in modo definitivo il concetto neurocentrico secondo cui il drenaggio linfatico del sistema nervoso centrale è confinato al compartimento meningeo, con un’assenza di drenaggio linfatico nel parenchima cerebrale.
Lo studio ha anche permesso di chiarire meglio la struttura e la funzione del cosiddetto sistema glinfatico, fino ad ora più supposto che dimostrato ( Yang L et al, J Transl Med 2013; 11: 107 ).
Il gruppo dell'University of Virginia ha trovato chiaramente il sistema linfatico praticamente nella parete delle vene durali, e questo testimonia il dialogo funzionale e anatomico tra i due sistemi.
Inoltre, hanno dimostrato che l'interconnessione dei collettori linfatici non esiste solo nelle vene, ma anche nel liquido cerebrospinale ( CSF ), nei linfonodi cervicali profondi e pure nelle vene giugulari interne. 
Quali sono le potenziali implicazioni di questa scoperta ? 
La principale conseguenza è che il dogma del privilegio immunitario del cervello cade drasticamente. 
Fino ad ora si riteneva che il cervello fosse segregato dal punto di vista immunitario. 
La ragione fisica era solo la mancanza di vasi linfatici, che significa nessun passaggio di linfociti T dentro e fuori del cervello. 
La dimostrazione di vasi linfatici del sistema nervoso centrale richiede una rivalutazione urgente dell'assunto di base nella neuroimmunologia.
Infatti, il privilegio immunitario del cervello significava che i linfociti-T e gli anticorpi presenti nel cervello e/o nel liquor fossero di produzione autoctona del cervello. Di conseguenza, la presenza di linfociti-T è stata considerata di origine autoimmune.
Il nuovo concetto apre facilmente la strada a riconsiderare l'eziologia autoimmune di un certo numero di malattie neuroinfiammatorie e neurodegenerative, comprese la sclerosi multipla, la malattia di Alzheimer, ecc. 
Naturalmente, l'interconnessione dei vasi linfatici cerebrali sia con la mucosa nasale che con i linfonodi cervicali profondi, permette anche di comprendere che non c'è affatto una separazione.
Al contrario, i linfociti T, ma anche i virus possono circolare facilmente. 
Inoltre, l'interconnessione con il liquido cerebrospinale indica chiaramente che quello che troviamo in esso non può essere più considerato autoctono. 
Inoltre, in origine si sa che il drenaggio linfatico manuale è un metodo di riabilitazione valido per il trattamento del linfedema.
La sfida è: il drenaggio linfatico può essere utile anche per il cervello ? 
Può essere migliorata l'interconnessione dei vasi linfatici del cervello con i linfonodi cervicali profondi, una via di scarico verso il dotto toracico ? 
Entrambi gli articoli aprono domande nuove e stimolanti, e questo succede solo quando una scoperta è un vero progresso scientifico."

Zamboni P, Veins and Lymphatics 2015; 4: 5360

a cura di Paolo Destro

lunedì 31 agosto 2015

TRE POESIE

Ora guardami negli occhi e non temere il domani
ma tu lo sai e nel profondo istante dei tuoi occhi 
capisco ormai il segreto inizio di uno sguardo ormai stanco. 
Da sempre figuri lordi per periodi eterni invano latravano 
pensieri amari amati da peggiori menti che vogliono un futuro nero. 
Ahi, orrendi corvi loquaci! Mai vi inteneriste in cuore
mai vi lasciaste andare in uno sguardo di pura verità? 
Mai voleste una volta intravvedere un sogno di genuina felicità? 
Ormai rimane un soffio, uno sguardo solo sbirciato
riflesso solenne e perpetuo di un bruciante sentimento distrutto 
da un sordo richiamo di perenne umanità.



Camminiamo su un bordo molto stretto, il bordo della vita. 
A destra e a sinistra c'è il baratro. 
Alcuni vi guardano dentro e cadono. 
Noi dobbiamo camminare piano e in silenzio. 
Sperando di andare avanti senza sapere 
cosa ci sarà dopo e se ci sarà un dopo. 



Un infinito spazio vedrò come un tempo
il ricordo di tanti momenti lontani ma sempre lucidi e pieni 
avranno il riflesso di una dolce alba che ormai spenta
immagina di se ciò che non può più essere e così
camminando, sparire piano piano, sussurrando un dolce canto
un silenzio fatto di minimi brandelli di armonia 
che non udrò mai più, mai più.

Paolo Destro


giovedì 13 agosto 2015

PERSONALE..........

PERSONALE................

Guardando indietro non vedo, mi devo del tutto girare, allora un sole lontano mi scappa veloce, conoscevo quel tepore, ora non più, un ricordo lontano ormai spento ma tanto vivo da accendere una fiamma limpida e lontana, frammenti di una volta mi appaiono vicini ma lontani nel tempo trascorso fin troppo veloce, sempre felici, sempre caldi, e tenue è il loro colore ma per questo il dolore avvolge il loro ritorno, come per non sentirli, non vederli, anche se sai che mai più torneranno.
Amici freddi, inanimati passano, illuminati dal sole, oggetti che tali non sono ma forse strumenti per altre dimensioni dell’anima, a volte mi fanno parlare senza parole e sentire senza ascoltare ma le tenui vibrazioni, impercettibili sospiri di materiale sonoro, scavano profonde buche dentro cui è bello perdersi e accarezzare così il dolce eterno fluire di tutto il creato e quando anch'essi fuggono lontani, allora il distacco è ancora più crudele, partendo da qui si portano via anche un po’ di quell'anima con cui sono vissuti da me. E io mi perdo, mi perdo, mi perdo e la mia anima chiede il suo cibo, e io glielo darò, ascolterò il suo lacerante e silenzioso grido e fingerò di sorridere e di guardare avanti ma sempre dietro me, il caldo e lontano sole, con tutte le sue antiche meraviglie mi guarderà e si chiederà perché, almeno una volta, non sono rimasto con lui.
Prego che un brivido freddo, di gelido soffio non sferzi ancora una volta la mia anima, prego di ricordare, almeno in sogno, il caldo tepore di quel vecchio amico, prego di non ricordare le tante occasioni in cui una solida mano mi avrebbe fatto facilmente fermare, gli innumerevoli errori che solo io ho commesso, davanti ad una muta e laconica platea di anime che, con le lacrime agli occhi, hanno visto consumare il futuro.

................di Paolo Destro

martedì 11 agosto 2015

PERCHE L'ULTIMA CENA?

Perchè ho messo una foto dell'ultima cena di Leonardo Da Vinci come foto del mio diario? Perchè una volta ogni tanto possiamo affermare orgogliosamente la nostra Cristianità e la nostra straordinaria storia culturale. Noi siamo soprattutto questo, grande cultura, artistica, musicale, letteraria e religiosa. Raffigurazioni celebri si sprecano (oltre a Leonardo ricordiamo il Perugino, il Tintoretto, Tiziano, Rubens fino a Salvador Dali) per testimoniare un momento centrale della storia dell'umanità. Non solo l'arte figurativa ma anche la suprema delle arti, la musica, che ebbe probabilmente una delle sue grandi origini proprio quando Gesù e gli apostoli cantarono a conclusione dell'Ultima Cena (Mt 26,30; Mc 14,26). Sappiamo quale fu poi lo sviluppo e l'importanza nel mondo Occidentale della musica religiosa, liturgica, dai canti Gregoriani alle cattedrali inarrivabili della Messa in si minore di Bach, la Missa Solemnis di Beethoven ed i Requiem di Mozart e Giuseppe Verdi fino ad arrivare agli epigoni della Passio Domini nostri Jesu Christi secundum Joannem, il Magnificat, la Missa sillabica e la Berliner Messe del compositore estone Arvo Part. 

Questi siamo noi, questa è la nostra civiltà. 

Paolo Destro

domenica 9 agosto 2015

DISPERAZIONE, SOLDI E FINTA SCIENZA

Mi rivolgo ai malati che cercano una via di uscita dalla Sclerosi Multipla, ma anche da molte altre malattie per le quali cui ancora non esiste una cura definitiva: state attenti e documentatevi il più possibile in maniera autonoma. Parlo di realtà commerciali quali la Clinica privata EmCell o del protocollo Seven to Stand; ma di sicuro ne dimentico molte altre. Dovete rendervi conto che non vi è alcuna base scientifica per giustificare questi trattamenti che , tra l’altro, sono molto costosi: non fatevi ingannare dalla disperazione!
La EmCell, clinica privata di Kiev, è stata fondata dal Dott Smikodub che è l’autore di quasi tutte le pubblicazioni elencate come prova scientifica dei trattamenti che effettua; ma sono solo lavori osservazionali, provenienti dalla stessa fonte che esegue il trattamento e quindi senza alcuna vera valenza scientifica non avendo i requisiti di doppia cecità, multicentricità, randomizzazione e controllo da parte di un comitato etico esterno. Nel libro di Gianluca Ferraris e Ilaria Molinari “Le cellule della speranza” edito da Sperling e Kupfer (acquistabile su Amazon al link che trovate in nota)¹, gli autori del libro scrivono che “le affermazioni contenute sul sito web della clinica sono contestate dagli organismi di ricerca, visto che la clinica di Smikodub non ha mai prodotto risultati clinici o pubblicazioni comprovate” (op cit. pag 20). Come dicevo sopra, tutte le pubblicazioni del Dott Smikodub sono o esperienze di applicazioni (fatte da lui e riportate da lui), o tesi per conferenze, simposi o convegni²: nessuno di essi costituisce prova scientifica. Altro esempio, anche quando non è lo stesso Smikodub a produrre l’articolo, una pubblicazione sull’autismo nei bambini fatta da altri medici, lo studio “Efficacy of fetal stem cell transplantation in autism spectrum disorders: an open-labeled pilot study”³ anch’esso portato come prova di scientificità, evidenzia in realtà risultati contrastanti e gli stessi autori nell’abstract scrivono  “We recognize that the use of FSCs remains controversial for the present” (trad.: ci rendiamo conto che ad oggi l’utilizzo di cellule staminali fetali rimane controverso). Capirete quindi che qualche dubbio potremo pure averlo anche perché la scienza non si fa con i brevetti come pubblicizza EmCell nel suo sitoma con gli studi scientifici che devono essere a loro volta analizzati, commentati e comprovati anche da altri centri di ricerca, perché dobbiamo sapere che nemmeno uno studio scientifico serio può dare la patente di verità quando non è poi riprodotto Galileianamente da altri studi di pari livello.
Gli studi sulle staminali nel mondo ci sono e un domani potrebbe uscire qualcosa di veramente interessante, ma sostenereche una clinica è da molti anni che esegue questo trattamento con successo è un pochino eccessivo senza riuscire a produrre una vera documentazione scientifica a sostegno. Ugualmente, se ci rivolgiamo alla vita reale, dove sono le evidenze viventi? Dove sono le migliaia di pazienti miracolosamente risanati? Le loro testimonianze, che dovrebbero essere un torrente, che dico, un oceano, che fine hanno fatto? Come ciliegina sulla torta vi segnalo il sito http://www.butac.it/il-mercato-delle-cellule-staminali-embrionali-emcell/ e lo cito qui e non in nota perché è fondamentale che ci diate una letta per capire fino in fondo davanti a cosa ci troviamo. Credetemi, sono stato fin troppo moderato in questo mio articolo. Non cadiamo nel messaggio pubblicitario che vorrebbe indicarci una via d’uscita più breve!
Per quanto riguarda il protocollo Seven to Stand, cioè sette giorni per alzarsi (!!), c’è pochissimo da dire: anche qui mettono sotto gli occhi di tutti qualche foglio di un non preciso brevetto, l’assenza totale di qualsiasi pubblicazione e meno che mai di qualsiasi studio scientifico, la mancanza di comunicazione di qualsiasi dato, l’utilizzo di noti o meno noti testimonials, tra i quali uno in particolare che sostiene di stare meglio col protocollo Seven to Stand quando sappiamo per certo che invece ha fatto non molto tempo fa l’angioplastica dilatativa per correggere la sua condizione di Ccsvi con ottimi risultati. Ancora una volta: non cadiamo nel messaggio pubblicitario che vorrebbe indicarci una via d’uscita più breve!
A questo punto mi sorge una domanda: come è possibile che uno Stato non tuteli la salute e le tasche dei suoi cittadini? A che punto si può spingere la libertà di impresa? Vogliamo fare un controllo serio su quanto accade in alcuni laboratori o cliniche private? Perché solo gli ospedali pubblici devono essere sotto la lente di ingrandimento per tutelare la salute dei malati? Signora Lorenzin, può darmi una risposta?
Non proseguo oltre e non voglio entrare in una polemica che non porterei avanti: se si rispetta il diritto nazionale ed internazionale si è liberi di condurre attività privata d’impresa e ogni malato ha il diritto di scegliere liberamente dove curarsi; d’altra parte il nostro stato dovrebbe effettuare controlli preventivi per la sicurezza delle persone. Per quanto mi riguarda denuncio solo la mia forte perplessità a sottoporre delle persone a costosissimi trattamenti che non hanno ad oggi, purtroppo, alcuna validazione scientifica e possono essere invece potenzialmente pericolosi.
Fate fede a ciò che dice il vostro medico, fidatevi di lui, e documentatevi meglio magari leggendo il libro che vi ho citato più sopra o altri documenti che vorrete cercare.
 Poi, in fin dei conti, la pelle è vostra.
Paolo Destro

Note:
¹ “Le cellule della speranza” autori Gianluca Ferraris e Ilaria Molinari, edizioni Sperling e Kupfer.     Acquistabile online su: http://www.amazon.it/cellule-della-speranza-Verità-bugie/dp/8820049937/ref=sr_1_fkmr0_1?ie=UTF8&qid=1438985792&sr=8-1-fkmr0&keywords=Gianluca+Ferraris+e+Ilaria+Molinari+“Le+cellule+della+speranza